mercoledì 29 febbraio 2012

"Ragazze interrotte": Rete delle donne SEL, Roma 3,4 marzo


Perché “ragazze interrotte”?
La crisi finanziaria in corso è tale da mettere a rischio le condizioni di sostenibilità del vivere e del convivere di larghe sezioni della popolazione globale, minando alla radice anche sistemi di sicurezza sociale che hanno caratterizzato lo sviluppo storico dei Paesi occidentali.
Il lavoro, in questi Paesi, è sotto scacco, privato di diritti, tutele, garanzie. Futuro.
Perché la crisi non è un episodio isolato, non è di tipo congiunturale. E’ strutturale e sistemica e le sue dimensioni sono tali da sconvolgere tutti i quadri di riferimento. Investe l’eurozona e mette in evidenza i limiti strutturali dell’Unione europea, evidenziando, prima ancora del rischio di default, il democratico deficit dell’Ue, che è strutturale e di origine. Europa delle banche e dei mercati e non dei popoli e del patto democratico; Europa dei poteri economico-finanziari e non dei poteri politici. Di conseguenza, per fuoriuscirne, si devono battere strade nuove, trovando risposte adeguate dal punto di vista sociale e ambientale e delineando modelli alternativi di sviluppo. “Ragazze interrotte”: una metafora sociale e simbolica della società colpita dalla crisi.

Un film di James Mangold uscito nel 1999, definiva così delle giovani donne affette da alcune patologie che ne avevano deviato la personalità. Ragazze in cerca di identità. E’ un po’ quello che sta succedendo oggi a un’intera generazione di donne la cui patologia è rappresentata dalla precarietà. Nel lavoro, nell’esistenza, nelle relazioni col mondo, nell’intreccio delle contraddizioni che rendono inestricabili i percorsi della vita.

sabato 25 febbraio 2012

Diamoci un taglio! alle spese militari

la conferenza stampa di presentazione della campagna
Domenica 26 febbraio in Piazza V. Emanuele, Rovigo dalle ore 10 alle ore 12 sarà presente un banchetto di SEL per la raccolta firme della campagna nazionale "Diamoci un taglio! alle spese militari".

La campagna proseguirà fino al mese di aprile e si chiuderà nella nostra provincia con un incontro con Giuliana Sgrena.


Questo il testo dell'appello da sottoscrivere.

L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro per la difesa militare, pari a circa l’1,4 per cento del proprio prodotto interno lordo. Percentuale ben più rilevante dello 0,9 per cento dichiarato ufficialmente dal Governo,che divide la spesa su ministeri diversi, occultando l’ammontare reale del bilancio militare. Il contrario di ciò che accade in altri paesi europei.
Si tratta di un volume di spesa ingiustificato nell’attuale situazione internazionale, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini italiani di sopportare una manovra iniqua che preferisce tagliare la spesa sociale e il trasporto pubblico piuttosto che rinunciare a qualche cacciabombardiere.

giovedì 23 febbraio 2012

188 firme per la legge 188 contro ogni forma di soggezione e di costrizione delle donne

Anche Sinistra Ecologia Libertà sarà  presene oggi pomeriggio in piazza  ad un banchetto voluto e organizzato da molte donne della città  per il ripristino della l. 188/07, la legge che impediva quella incivile piaga sociale delle dimissioni in bianco. 
Per l'occasione, la relatrice di quella legge, Titti di Salvo, oggi dirigente nazionale di SEL, invia alle manifestanti ed ai manifestanti della città un caloroso saluto.



Cari tutti 

grazie alle donne è finalmente maturata una grandissima condivisione nel dibattito pubblico contro le dimissioni in bianco, testimoniata dal consenso che si è realizzato in breve tempo intorno all'appello “188 firme per la legge 188” promosso da 14 donne di mondi diversi e intorno a questa giornata, 23 febbraio, dedicata alla mobilitazione nazionale per riavere la legge. 

Molta acqua è passata sotto i ponti.

sabato 11 febbraio 2012

Il coordinatore di SEL al PD e ai socialisti: la sfrenata rincorsa del centro appare sterile. Meglio aprire tavoli di confronto sulle questioni concrete

Sarà che questi richiami al centro di alcuni segretari di partito rimandano a inquietanti déja vus dagli esiti poco edificanti - si veda il risultato delle scorse elezioni al comune di Rovigo - ma a volte pare proprio che le dichiarazioni cui abbiamo assistito in questi giorni raggiungano livelli di preoccupante parossismo.
Da quanto si è letto pare che il segretario del PD Crivellari, seguito a ruota dal quello socialista Mantovani, ritenendo insufficienti le proprie forze, colmino il proprio senso di vuoto, non con una seria riflessione politica, ma in una sfrenata rincorsa del “centro” che ormai sta diventando un luogo più geometrico che politico.
A parte qualche digressione, non è ancora emersa in maniera chiara la piattaforma con cui i soggetti politici intervenuti sulla stampa intendano aprire un confronto. Quale idea di sviluppo del territorio? Quale progetto in campo per affrontare l’emorragia occupazionale che coinvolge anche il Polesine, quali risposte ai tanti precari che attendono prospettive più sicure? Quale senso ha impegnare le proprie forze politiche in un contesto comunale a fronte dei tagli operati dalla regione Veneto?
A nessuna di queste domande, pare, sia stata prospettata una risposta! Di certo non sono domande semplici e di certo SEL non ha la pretesa di avere la soluzione in tasca. Certamente, però, è da questi interrogativi che bisogna partire. Ecco perché la fuga verso il  “centro che più centro non si può” per parafrasare quella vecchia reclam con il buon Ferruccio Amendola appare sterile e di difficile comprensione!
Ancora una volta sembra che i cittadini, per intenderci quelli che votano, siano tenuti al margine del confronto, come silenti spettatori delle decisioni che vengono assunte dul proprio destino.
Da un punto di vista meramente ideologico può apparire interessante la riflessione di Mantovani sul riformismo. Per quanto questa corrente di pensiero abbia costituito un interessante ancoraggio per parte dell’ottocento e del novecento, sarebbe utile capire se questo approccio sia sufficiente per dirimere i nodi amministrativi. Ad esempio il comune di Badia, dove Mantovani è stato consigliere fino a qualche mese fa, chiudendo quell’esperienza con la sfiducia del medesimo sindaco che oggi è ricandidato dal PD. A Badia Polesine, allora, l’idea di centro e quella di riformismo, in sé,  sembra non essere sufficiente per dirimere i differenti punti di vista dei due soggetti politici. O ancora quali sono le idee di trasformazione di realtà come Taglio di Po o Trecenta che escono da esperienze di governo della destra? Ancora, rispondere “centro” non basta.
L’idea di aprire dei tavoli per avviare un confronto sulle questioni concrete che coinvolgono le donne e gli uomini, quelli che veramente hanno bisogno, oggi più che mai, che la politica sappia rappresentare e tradurre i fatti le loro istanze, sembra essere, agli occhi di SEL, ancora una volta il metodo più corretto. In quelle occasioni sarà finalmente possibile capire quali sono i temi e le priorità del Centro e della Sinistra. Tutto questo avendo la lungimiranza ed al tempo stesso l’umiltà di non ritenersi in alcun modo autosufficienti e rappresentativi delle istanze dei cittadini, che, per questo, vanno coinvolti e messi nelle condizioni di contribuire ai programmi ed alle scelte che riguardano il loro ed il nostro futuro. Al di fuori di questo metodo rischia di riproporsi il balletto dei nomi, di trionfare quella politica politicante che tanti danni ha fatto al centrosinistra tutto.

Mirko Bolzoni
Coordinatore Provinciale di SEL
Federazione di Rovigo