sabato 27 agosto 2011

Lettera a Nichi Vendola

Gentile presidente Vendola, sono un recente iscritto a "Sinistra, Ecologia e Libertà". Non sono più giovanissimo (54 anni) e non sono neanche più di primissimo pelo per quel che riguarda la mia partecipazione alla vita politica e più in generale all'impegno civile, declinatosi in ambiti politici e organizzativi diversi nell'arco di una trentina d'anni.
In misura direttamente proporzionale alla durata della mia presenza nella dimensione pubblica del vivere, è venuta montando e strutturandosi in modo sempre più radicata la convinzione che in politica nessuno ci garantisce per la coerenza e la limpidezza di comportamento di coloro che per un po' riconosciamo come nostri compagni di strada. La disillusione crescente non mi ha impedito in questi ultimi due - tre anni, di gettarmi in tentativi che al momento mi erano sembrati quelli che più rispondevano al bisogno di cambiamento a sinistra, l'ambito culturale al quale mi sento di appartenere come provenienza e formazione, pur avendone occupato sempre gli spazi più marginali e critici. Tanto per essere chiari, se è vero che l'intelligente ortodossia comunista del gruppo del "Manifesto" ha costituito il punto di partenza e l'elemento della mia crescita politico-linguistica giovanile che più ha inciso sulla mia "forma mentis", è anche vero che lentamente con gli anni ho rotto gli ormeggi da quella sponda sicura e ho preso a navigare in mare aperto cercando di muovere lo sguardo e l'ascolto a 360 gradi.
Non è stato un viaggio infruttuoso e privo di incontri importanti. Sopra tutte le altre, quella che è diventata punto di riferimento per me imprescindibile sul piano culturale, etico e politico, è stata la vicenda umana di Alexander Langer, che reputo fra le personalità più straordinarie che l'Italia dellla seconda parte del '900 abbia conosciuto. Da questo approdo è ricominciata la mia voglia di impegno, ma con connotati, linguaggio e disposizione mentale, che non molto salvavano della tradizione comunista, anche la migliore.

lunedì 22 agosto 2011

Vendola: "Dobbiamo ribellarci per difendere la vita degli italiani"




Una manovra irresponsabile e dilettantesca, che mira a dare l’impressione di una disciplinata obbedienza a Bruxelles, ma che in realtà è una devastazione senza precedenti dei servizi sociali e dei diritti del lavoro». Nichi Vendola, leader di Sel e presidente della Puglia, usa il bazooka contro le ricette anti-crisi di Berlusconi e Tremonti. «Vogliono intestare a sindaci e presidenti di Regione la responsabilità del tracollo del welfare».
Il premier dice che gli gronda il cuore di sangue…
«La verità è che il sangue più che dal cuore del presidente del Consiglio si tirerà fuori dalle vene degli italiani meno ricchi».
Se a Palazzo Chigi ci fosse stato lei, come avrebbe reagito alla crisi dei titoli italiani?