Non sono ancora passati 10 anni da quando, nel Luglio 2002, venne emanata una legge, ingiusta, incivile e, come hanno dimostrato sentenze successive, anche anticostituzionale. Era la n° 189, la cosiddetta Bossi Fini. Quella legge era corretta solo in un punto: l’art 33 che cercò di mettere ordine alla scandalosa situazione in cui si impediva di regolarizzare tutte quelle persone immigrate che svolgevano funzioni di assistenza domiciliare a famiglie ed anziani: le colf e le badanti.
Il progressivo invecchiamento della popolazione, il mutamento delle condizioni sociali delle famiglie e la carenza di manodopera italiana resero obbligatoria quella sanatoria con cui molte famiglie finalmente poterono uscire dall’illegalità e regolarizzare questi lavoratori (molto spesso signore provenienti dall’Europa dell’est).
Oltre a colmare una storica assenza di servizio pubblico in questo settore che si perpetua tutt’oggi, questa legge divenne una dei principali motivi di regolarizzazione dell’immigrazione, ma la complessità delle normative per gli adempimenti formali e contributivi legati a tale attività, comprese le problematiche legate all’ingresso e al permesso di soggiorno dell’assistente, hanno fatto si che nascessero appositi uffici tesi ad orientare le famiglie bisognose di questi servizi.
In Veneto nacque 'Info Badanti', un servizio di "Occupazione e Servizi alla Persona" progetto di Ministero del Lavoro, Regione Veneto , Patriarcato di Venezia, Caritas Diocesana e curato da Veneto Lavoro che, con una rete di sportelli presso le sedi specifiche, o attraverso i Servizi Sociali dei Comuni, divennero un interessante punto di riferimento in materia.
Nella provincia di Rovigo la Caritas iniziò otto anni fa, seguita, dopo due anni, dai tre Centri per l’Impiego che offrivano il servizio gratuitamente a tutti i soggetti interessati. Dalla partenza di questo servizio e grazie ai 14 operatori impegnati ogni giorno, gli sportelli hanno garantito legalità assistenza e trasparenza, contribuendo in maniera determinante a far emergere e contenere il lavoro nero e attenuando i conflitti con questi lavoratori immigrati che già vivono un percorso ad ostacoli nell’integrazione sociale.
Dal 30 Novembre tutto questo non sarà più possibile. A causa del blocco temporaneo delle assunzioni disposto dall’ente della Regione Veneto cessano i contratti di lavoro per gli operatori, gli uffici chiudono e si torna alla situazione antecedente il 2002 facendo mancare questo importante punto di riferimento. Torneremo al passaparola e ai bigliettini affissi nei posti più improbabili dai quali nessuno saprà con chi altro ha a che fare e senza più garanzie di serietà e legalità.
Sinistra Ecologia e Libertà considera essenziale l’incontro e l’integrazione/inclusione dei migranti nella società a partire dal riconoscimento dei diritti dei lavoratori e “ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione. Riteniamo pertanto assurda la decisione di sopprimere in Veneto gli “sportelli badanti” .
Ancora una volta si dimostra come, quando ci sono da operare tagli per mancanza di finanziamenti, i primi a subirne le conseguenze sono le classi più disagiate e bisognose in cui però, questa volta, non ci sono solo disperati provenienti da paesi in via di sviluppo ma figurano anche i nostri anziani e i nostri disabili.
Walter Sigolo
Coordinatore comunale Sinistra Ecologia e Libertà Rovigo circolo Alex Langer
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