mercoledì 4 gennaio 2012

Giovanni Nalin sui costi della politica. Commento alle dichiarazioni degli onorevoli Bellotti e Munerato

Che il tema (e in parte il problema!) dei cosiddetti costi della politica rappresenti un argomento di attualità è assolutamente vero, a maggior ragione in una fase nella quale vengono pretesi (non chiesti come qualcuno dice) sacrifici dalla parte meno abbiente dei cittadini.
E’ altrettanto vero che i nostri parlamentari, anche se cercano disperatamente di spiegare agli italiani che non è così, sono quelli che in Europa se la passano meglio di tutti: se alle loro indennità, comprensive di annessi e connessi e maggiorate con i vari benefit, aggiungiamo poi quanto viene corrisposto ai partiti per le spese elettorali, i costi della politica in Italia assumono dimensioni stratosferiche.
Detto ciò io non sono tra coloro che pensano che in parlamento ci si debba andare retribuiti come un qualsiasi impiegato pubblico di medio livello solo perché esercitano una funzione di “servizio al Paese”: se svolto bene il ruolo del parlamentare è fondamentale
per la tenuta democratica e, in quanto tale, deve essere giustamente remunerato, pur ridimensionando significativamente i costi attuali.
Ho letto il servizio apparso sul vostro quotidiano dal titolo “Lo stipendio ci serve per le spese” e francamente ho trovato le dichiarazioni degli onorevoli Munerato e Bellotti a dir poco imbarazzanti!
Parto dalla affermazione fatta da Bellotti che dice “Noi ci mettiamo la faccia”: sarebbe troppo facile disquisire sul senso e il valore di tale affermazione, dopo le circonvoluzioni che lo hanno portato alla carica di Sottosegretario al Welfare, pur non capendone nulla come egli stesso ha affermato.
Mi limito invece a chiedergli quando mai è stato eletto direttamente dagli elettori polesani e come li ha rappresentati in Parlamento.
L’onorevole Munerato, per la quale ammetto di avere provato sempre un po’ di simpatia, si difende dietro il mutuo per la casa e le iniziative politiche sul territorio (immagino rivolte prevalentemente agli elettori leghisti più che ai polesani in genere).
La mia simpatia era dovuta al rispetto che provavo per chi come lei, provenendo dalla fabbrica, non faceva nulla per apparire diversa da quello che era.
Nel momento in cui invece sente il bisogno di riaffermare la sua origine camuffandosi da operaia e facendosi portare in giro dai vertici del suo partito per sfruttare quella immagine, cercando di dimostrarsi diversa da come è ora, mi è molto meno simpatica.
Cara onorevole, mi creda, il mutuo in questi periodi rappresenta un problema vero per milioni di italiani che non arrivano a fine mese e per i quali credo non basti agghindarsi con tutine e cuffiette per risollevarli dai loro problemi.
Infine spero che i due onorevoli abbiano la decenza di offrire ai polesani una chiave oggettiva di giudizio del loro operato, elencandoci le leggi approvate anche col loro voto, e non mi riferisco certo a quelle sulla nipotina di Mubarak o su Cosentino tanto per fare solo due esempi poco edificanti tra i tanti, ma a quelle votate nell’interesse dei cittadini comuni e dei lavoratori in materia di welfare, diritti, lavoro, tutele sociali, sanità, cultura, formazione, ricerca, ecc…
Credo che i polesani sapranno fare tesoro di quanto i due onorevoli ci diranno e saranno contenti di sapere che i compensi da loro percepiti sono denari pubblici spesi bene!

Giovanni Nalin

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