giovedì 23 febbraio 2012

188 firme per la legge 188 contro ogni forma di soggezione e di costrizione delle donne

Anche Sinistra Ecologia Libertà sarà  presene oggi pomeriggio in piazza  ad un banchetto voluto e organizzato da molte donne della città  per il ripristino della l. 188/07, la legge che impediva quella incivile piaga sociale delle dimissioni in bianco. 
Per l'occasione, la relatrice di quella legge, Titti di Salvo, oggi dirigente nazionale di SEL, invia alle manifestanti ed ai manifestanti della città un caloroso saluto.



Cari tutti 

grazie alle donne è finalmente maturata una grandissima condivisione nel dibattito pubblico contro le dimissioni in bianco, testimoniata dal consenso che si è realizzato in breve tempo intorno all'appello “188 firme per la legge 188” promosso da 14 donne di mondi diversi e intorno a questa giornata, 23 febbraio, dedicata alla mobilitazione nazionale per riavere la legge. 

Molta acqua è passata sotto i ponti.
 
La legge 188 del 17 ottobre 2007 era una legge contro l’abuso di potere che viene spesso compiuto nei confronti di giovani lavoratrici e lavoratori al momento dell’assunzione. 

È al momento dell’assunzione infatti che capita che venga richiesto di firmare una lettera di dimissioni volontarie, definite in bianco perché senza data. La data verrà messa successivamente, quando quella ragazza sarà incinta, o quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una lunga malattia. 

La legge 188 approvata nell’ottobre del 2007 aveva una funzione preventiva basata su un’autodichiarazione codificata e non su norme “post “, vanamente repressive. 

Le dimissioni volontarie, per qualunque tipologia di rapporto di lavoro, dovevano essere autodichiarate esclusivamente su moduli con numerazione progressiva che avendo una scadenza di quindici giorni non potevano essere compilati prima del loro utilizzo. 

Si trattava di una legge semplice ed efficace, priva di costi. Quando fu presentata, si cercò il consenso delle donne di tutto il centro sinistra e del centro destra. Venne votata all’unanimità alla Camera e a maggioranza al Senato. 

Appena insediato il governo Berlusconi ne annunciò l’abrogazione. 

La riconquista della legge 188 oggi avrebbe il significato simbolico straordinario di riaffermazione della libertà contro ogni forma di soggezione e costrizione: ciascuna donna e ciascun uomo deve essere artefice della propria vita e delle proprie scelte, particolarmente delle scelte procreative che solo uno spirito illiberale può contrapporre al lavoro. 

L'ultima “clausola di gravidanza” applicata ad un contratto di consulenza Rai mostra quanto l'argomento sia drammaticamente attuale. 

Oggi 23 febbraio in tutte le Prefetture d'Italia delegazioni di donne consegneranno una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera e del Senato, alla Ministra Fornero, alle parlamentari di tutti i gruppi parlamentari in cui si chiede il ripristino della legge. In contemporanea si svolgerà presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa di presentazione dell'appello “188 firme per la 188”: è una battaglia di civiltà che serve. 

Grazie a tutte e a tutti 

Titti Di Salvo

Relatrice della Legge alla Camera

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