domenica 18 dicembre 2011

L'on. Munerato, la Lega e la difesa degli operai ad intermittenza

E’ davvero bello che dopo molto tempo, la voce di un’operaia, in questo caso l'on. Munerato,  si senta anche nelle aule del Parlamento Italiano. Finalmente! Lo dico con convinzione: suggestiva la cuffia e i tappi  usati , come dice lei,  non per evitare di sentire il marito che russa, ma per non diventare sordi. Questi oggetti che l'on. Munerato ha portato nell’aula di Montecitorio parlano di un mondo che per troppo tempo è stato inascoltato, a volte irriso, spesso, addirittura indicato come troppo rivendicativo.

Invece  l'on Munerato ha ricordato che in fabbrica si sta male, che ogni ora trascorsa là dentro è un’ora faticosa sia per l’impegno fisico, sia per le condizioni di lavoro!
Gli operai, tuttavia, non sono un fiore all’occhiello da indossare di tanto in tanto a seconda delle convenienze. Chi rappresenta gli operai lo deve fare fino in fondo e sempre.
Forse l’on. Munerato era un po’ distratta, ma qualche mese fa il governo Berlusconi, cui lei ha sempre votato la fiducia
, ha approvato un provvedimento, divenuto legge dello Stato anche con il suo voto, in base al quale, grazie (attenzione! non per colpa)  a questa maledetta crisi, si è deciso di sospendere la legge che maggiormente ha tutelato gli operai: lo Statuto dei Lavoratori soprattutto nella parte che consente di licenziare senza "giusta causa o giustificato motivo oggettivo".
Non una parola da parte dell’on. Munerato quando i lavoratori della Fiat vengono posti di fronte al ricatto: niente pausa o l’azienda si trasferisce all’estero. Eppure l’on. Munerato, aveva la possibilità di farlo, sapendo quanto importante sia la pausa per chi si trova ad una catena di montaggio, magari cercando di incidere sulla cospicua delegazione al governo che ha approvato tutti i provvedimenti "lavoricidi" emanati dal governo Berlusconi, salvo poi rifarsi improbabili maquillages popolari dell'ultimo minuto.

Rari, poi, anche in  Polesine, gli interessamenti dell’on. Munerato per le tante operaie ed  i tanti operai che  hanno perso il posto o lo stanno perdendo. Mi chiedo, ad esempio, se l'on. Munerato abbia chiesto conto al suo amico di partito on. Zaia del fatto che - secondo quanto da lui stesso promesso a Rovigo in prossimità di una campagna elettorale -  la Bassano Grimeca non avrebbe licenziato, quando invece si sono persi 400 posti di lavoro.

Per favore, allora, evitiamo di ricordarci di quanto duro sia stare in fabbrica solo per convenienze di basso profilo politico. L’on. Munerato lo deve a sé stessa, alla sua storia, ma soprattutto a quei milioni di lavoratori che in fabbrica ci sono anche oggi e che, se non ci saranno domani,  la causa sarà ancora da attribuire non al fatto che sono entrati in Parlamento, ma a questa crisi  le cui conseguenze, sia nel governo Monti come in quello Berlusconi, sono sempre i soliti noti a pagarle.

Mirko Bolzoni
Coordinatore Provinciale di SEL

Nessun commento:

Posta un commento