martedì 18 settembre 2012

QUESTA PROVINCIA S'HA DA FARE

quale futuro per la fu provincia di Rovigo?

Mentre la provincia si ostina a produrre carte bollate, con la esile speranza di poter ancora esistere, la sua soppressione è la realtà che ci troviamo davanti agli occhi.
Voglio, tuttavia, essere ottimista e trovare, da quella che molti considerano una  catastrofe apocalittica, una chiave di interpretazione un po' diversa.
Consideriamola una opportunità da sfruttare, individuando quale possa essere la scelta migliore per i nostri territori.
In particolar modo, per la zona del Delta del Po l'affiliazione alla città metropolitana di Venezia, potrebbe costituire quell'elemento che è sempre mancato per dare impulso ad una zona tuttora depressa e, in cui manca un serio piano di sviluppo.
Lasciando perdere gli elementi storici che ci legano al veneziano, a tutti voi noti, mi voglio soffermare su due settori, che ritengo essenziali per lo sviluppo della zona.
Con la soluzione che propongo, tutto il litorale veneto sarà ricompreso in un'unica provincia, che essendo città metropolitana avrà più poteri nell'assetto del territorio e nel settore della pesca, in cui potrà normare in modo incisivo.
Nel settore turistico potranno aversi effetti decisamenti interessanti, con la possibile inclusione da parte dei tour operator nei pacchetti vacanze che includono la città lagunare, e la possibilità di collegamenti con l'aereoporto, oltre al potenziamento della linea ferroviaria Venezia-Mestre.
 Abbiamo tante eccellenze, il museo archeologico di Adria, il nostro bell'ambiente vallivo, e spiagge quasi incontaminate, adesso è il momento di dettare un futuro diverso da quello che parte della politica ci vorrebbe imporre, legato servilmente ad Enel e il suo carbone che ipocritamente continuano a chiamare pulito
Per Sel
Fabio Finotti

1 commento:

  1. Concordo con le osservazioni di Fabio. Anch'io vedo nell'accorpamento del nostro delta con la città metropolitana di Venezia una possibilità di crescita e valorizzazione. Il concetto poi, se lo estendiamo a livello regionale, troveremo che è lo stesso per la zona montana e pedemontana veneta. Un documento che ho letto postato da Azzalin parla di un piano territoriale discusso in Regione dove il PD ipotizza la suddivisione del Veneto in 4 aree dove le prime 2 sono quelle sopra descritte mentre la pianura viene distinta per antropizzazione e vocazione produttiva in ulteriori 2 macroaree superando di fatto anche le provincie salve dalla riforma. Una proposta che mi vede pienamente concorde

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