Continua
a Rovigo, nei fine settimana, la raccolta
firme di Sinistra
Ecologia Libertà per la proposta di legge sulle unioni civili.
Qual'è l'importanza di una simile scelta?
Ad
oggi in Italia l'unica forma di famiglia legalmente riconosciuta è
quella basata sul vincolo del matrimonio. Eppure, sono oltre un
milione e mezzo le coppie di fatto che, pur non avendo tra loro
contratto un matrimonio, convivono more
uxorio, cioè come in
matrimonio, ripetendo lo stile di vita delle coppie sposate. In
questo milione e mezzo
di famiglie nel nostro paese
sono da annoverare anche
le unioni
omosessuali,
intese
come stabile
convivenza tra due persone dello stesso sesso
cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una
condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei
limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i
connessi diritti e doveri.
Pochi
giorni fa il presidente degli Usa Barack Obama, durante il discorso
tenuto in occasione dei festeggiamenti per la sua rielezione, ha
affermato con forza davanti agli schermi televisivi che due uomini o
due donne hanno il diritto di sposarsi e di crescere insieme i loro
figli. Negli stati del Maryland, di Washington e del Vermont sono
state approvate tramite
referendum le nozze gay.
Nell’Unione
Europea la
questione delle unioni civili è entrata spesso a far parte di
direttive riguardanti uno dei principi cardine: tutti i cittadini
dell’Unione hanno gli stessi
diritti,
indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione
sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale.
E’ di questi giorni infatti la notizia che a
Madrid la Corte
Costituzionale ha confermato la validità della legge sui matrimoni
omosessuali in Spagna, mentre
la Francia di
Hollande sta mettendo a
punto un progetto di legge per permettere a persone dello stesso
sesso di sposarsi e adottare dei figli.
Nel
nostro Paese non ci sono ancora né tempi, né modi, né limiti,
stabiliti dalla legge.
Se
è vero che non esiste un'unica forma di famiglia, un unico modo di
intendere la condivisione delle proprie esistenze
e se è vero che viviamo
in un Paese che pone tra i propri principi fondamentali e
costituzionalmente riconosciuti la valorizzazione del modello
pluralistico, l'unico modo per rendere tutto ciò reale è il
riconoscimento giuridico. La troppa distanza tra la società reale
e la società
riconosciuta giuridicamente deve essere colmata. Essere riconosciuti
è il diritto inviolabile di ciascuna persona. Firmare per la
proposta di legge è fondamentalmente una scelta di civiltà.
9-11-2012 –
Comitato pro Vendola –vicolo Ponchielli 45100 Rovigo
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