sabato 3 novembre 2012

REDDITO MINIMO GARANTITO



In tutta Italia i comitati per Nichi Vendola sono impegnati nelle piazze a raccogliere firme per una petizione in favore di una legge che istituisca anche nel nostro Paese il “Reddito Minimo Garantito”: un sostegno economico per chi non ha un lavoro e lo sta cercando. Come afferma uno degli articoli di questa proposta di legge il “Reddito Minimo Garantito è rivolto sia ai disoccupati che ai lavoratori precariamente occupati e ha lo scopo di contrastare la marginalità e garantire la dignità della persona attraverso l’inclusione nel mercato del lavoro e nella società”.

Tranne che per la Grecia e per l’Italia, il Reddito Minimo Garantito esiste in tutti i paesi della Comunità Europea. A tal proposito Nichi Vendola, candidato alle primarie del cento sinistra, lo definisce “uno degli appuntamenti dell’Italia con la modernità”. E l’Europa ce lo sta chiedendo da vent’anni: la prima volta nel 1992 con una risoluzione della Commissione Europea, l’ultima nel 2010, con una drastica raccomandazione.
Il Reddito Minimo è sancito come diritto fondamentale nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea – la Carta di Nizza – proclamata nel 2001. Purtroppo non tutte le indicazioni dell'Unione Europea vengono recepite allo stesso modo e questo comporta che si producano da un lato misure drastiche e rigorose nella spesa pubblica e dall’altro l’assenza di reti sociali in grado di tutelare le vittime di queste imposizioni.
Come dovrebbe funzionare nella pratica questa legge? Quando una persona perde il lavoro si iscrive ai Centri per l’Impiego, dove viene presa in carico dal servizio e, contestualmente ad un percorso di accompagnamento al lavoro che tenga conto delle sue esperienze e dei suoi studi, la legge prevede venga erogata una somma di circa 600 euro mensili sino al momento in cui la persona da disoccupata troverà un'occupazione. Ovviamente, se il lavoratore rinunciasse ad una proposta di lavoro e ad un percorso di orientamento, questi perderebbe il diritto al reddito minimo.
Questo tipo di intervento risulterebbe particolarmente importante per le categorie sociali che più sono al margine. In particolar modo per le donne, i cui tassi di disoccupazione nel nostro Paese rasentano livelli davvero allarmanti, come confermano recenti analisi prodotte dall'Osservatorio di Confartigianato.
Nelle prossime settimane la campagna dei Comitati di Nichi Vendola per il reddito minimo continuerà anche in provincia di Rovigo, nella piazza principale della città e in qualche mercato comunale. Non manchiamo a quest'importante appuntamento nella lotta per la dignità umana.

3-11-2012 – M.B. x Comitato “Oppure Vendola” –vicolo Ponchielli 45100 Rovigo

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