martedì 29 novembre 2011
venerdì 25 novembre 2011
mercoledì 23 novembre 2011
SEL per un'Italia migliore: Diamoci un taglio ... alle spese militari! Tassiamo i patrimoni e le rendite finanziarie
L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro per la difesa militare, pari a circa l’1,4 per cento del proprio prodotto interno lordo.
Si tratta di un volume di spesa ingiustificato, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini italiani di sopportare manovre inique che tagliano la spesa sociale e il trasporto pubblico piuttosto che rinunciare a qualche cacciabombardiere. E nuovi pesanti sacrifici si annunciano alle porte.
Oggi più che mai è necessario investire nella scuola, nella sanità, nella cultura, nell’edilizia pubblica e popolare per ridurre e invertire la tendenza al progressivo depauperamento dei lavoratori e dei pensionati.
La spesa militare può essere ridotta già dal prossimo anno di almeno 1,5 miliardi di euro attraverso l’uscita dal programma JSF (151 cacciabombardieri F-35), il totale ritiro dall’Afghanistan, la cancellazione del programma per ulteriori 4 fregate FREMM, la cancellazione del programma missilistico MEADS; con la soppressione del 50% delle unità corazzate e di artiglieria, la riduzione del numero delle basi dell’Aeronautica militare, la messa in riserva di unità navali, la soppressione dell’indennità di ausiliaria, a partire già dal 2013/2014 il risparmio realizzato si può calcolare in circa 2,5 miliardi l’anno; entro il quinquennio successivo è possibile raggiungere un risparmio complessivo di circa 4,5 miliardi l’anno mediante ulteriori misure di riduzione.
Crediamo che attraverso la riduzione delle spese militari e di quelle per opere faraoniche e inutili come il ponte sullo stretto di Messina, si possano anche reperire le risorse per la prima grande opera pubblica di cui l’Italia ha bisogno: LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO, per non ritrovarsi ogni anno alle prime piogge a contare i morti per le frane e le alluvioni che devastano l’Italia dal nord al sud.
Si tratta di un volume di spesa ingiustificato, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini italiani di sopportare manovre inique che tagliano la spesa sociale e il trasporto pubblico piuttosto che rinunciare a qualche cacciabombardiere. E nuovi pesanti sacrifici si annunciano alle porte.
Oggi più che mai è necessario investire nella scuola, nella sanità, nella cultura, nell’edilizia pubblica e popolare per ridurre e invertire la tendenza al progressivo depauperamento dei lavoratori e dei pensionati.
La spesa militare può essere ridotta già dal prossimo anno di almeno 1,5 miliardi di euro attraverso l’uscita dal programma JSF (151 cacciabombardieri F-35), il totale ritiro dall’Afghanistan, la cancellazione del programma per ulteriori 4 fregate FREMM, la cancellazione del programma missilistico MEADS; con la soppressione del 50% delle unità corazzate e di artiglieria, la riduzione del numero delle basi dell’Aeronautica militare, la messa in riserva di unità navali, la soppressione dell’indennità di ausiliaria, a partire già dal 2013/2014 il risparmio realizzato si può calcolare in circa 2,5 miliardi l’anno; entro il quinquennio successivo è possibile raggiungere un risparmio complessivo di circa 4,5 miliardi l’anno mediante ulteriori misure di riduzione.
Crediamo che attraverso la riduzione delle spese militari e di quelle per opere faraoniche e inutili come il ponte sullo stretto di Messina, si possano anche reperire le risorse per la prima grande opera pubblica di cui l’Italia ha bisogno: LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO, per non ritrovarsi ogni anno alle prime piogge a contare i morti per le frane e le alluvioni che devastano l’Italia dal nord al sud.
domenica 13 novembre 2011
Nichi Vendola su governo tecnico e democrazia
Etichette:
Nichi Vendola,
politica italiana
sabato 12 novembre 2011
"Anche a Rovigo la casta non si tocchi, anzi: si moltiplichi!"
E’ questo il messaggio che l'Amministrazione Piva ed i partiti che la sostengono hanno dato alla città.
Assistiamo ogni giorno agli anatemi della politica politicante che, ad ogni piè sospinto, lancia i suoi strali per la limitazione della partecipazione democratica negli Enti Locali: riduzione del numero dei consiglieri comunali e dimezzamento di quelli provinciali.
Nel frattempo si decide di introdurre un compenso per il Presidente di As2 che, se sarà equivalente a quello dei Presidenti delle altre Aziende, varrà quanto il costo complessivo di quasi 20 Consigli Comunali.
“Cambiare tutto per non cambiare nulla” verrebbe quindi da dire citando il sempre attuale “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa ed infatti, quando si tratta di garantire i privilegi di un certo modo di fare politica, che qualcuno definisce “ Privilegi della Casta”, Rovigo non fa eccezione.
Lo si è visto nell’ultimo Consiglio Comunale quando Nalin, il consigliere di SEL ed IDV, ha presentato la mozione in cui, semplicemente, si chiedeva che il nuovo presidente di As2 svolgesse la sua funzione senza percepire alcuna indennità come era accaduto per chi lo aveva preceduto, avviando nel frattempo una verifica della situazione in tutte le Aziende pubbliche, e la maggioranza ha votato compatta contro.
In compenso la mozione presentata da Nalin è stata etichettata come “populista”, dimenticando che posizione analoga era stata espressa anche da Contiero e Mainardi in uno dei tanti passaggi politici necessari per tamponare la crisi latente nella coalizione al governo della città.
Quando si tagliano pezzi di democrazia, come la rappresentanza nei Consigli Comunali, allora va tutto bene, ma se, più semplicemente, si pensa di risolvere la questione dei costi della politica partendo dalla radice del problema e cioè riconsiderando, come ha proposto Giovanni Nalin nel dibattito consiliare sulla mozione da lui presentata, i lauti gettoni di presenza e le indennità istituite per consentire a politici “trombati” di tenersi a galla facendo pagare così alla collettività il consenso elettorale ricevuto, allora iniziano i distinguo ed è facile imbattersi su chi predica bene, ma razzola male!
Infine non possiamo esimerci dall’esprimere delusione nei confronti del Movimento 5 Stelle che, col clamore di piazza che fa sui costi della politica, si è limitato, come del resto ha fatto il consigliere Masin, ad astenersi sul provvedimento dopo avere anche votato a favore della introduzione del gettone di presenza ai Consiglieri di Nanotech in un precedente Consiglio.
Se questa è la coerenza tra quanto sostenuto in campagna elettorale e quanto poi accade nell’aula Consigliare, ne vedremo ancora delle belle nei prossimi mesi!
Rovigo, 12 novembre 2011
Mirko Bolzoni
Coordinatore Prov.le SEL
Etichette:
Giovanni Nalin,
Mirko Bolzoni,
politica locale e dintorni,
Rovigo
mercoledì 2 novembre 2011
Bolzoni sulle dichiarazioni di Cittadin: la piazza va ascoltata, non insultata
Ho sentito il parere di molte aderenti e di molti iscritti alle associazioni che hanno indetto la straordinaria manifestazione di Sabato 29 ottobre scorso ad Adria, e davvero, sia io che questi, non riusciamo a capire come possa essere definito quello straordinario evento che ha visto la partecipazione, oltre che dei Polesani, anche di rappresentanze provenienti da molte realtà d’Italia, un “flop”.
Ritengo, tuttavia, che ognuno di noi sia libero di esprimere tutti i pareri che ritiene circa la riuscita della manifestazione, salvo mantenere quel principio di coerenza sul modo in cui si trattano i fatti e le notizie. Nel giro di 15 giorni si sono tenute in provincia di Rovigo due dimostrazioni con relativi cortei: la prima, quella sul lavoro, è stata svolta a Rovigo sabato 15 ottobre; la seconda sabato scorso ad Adria contro il carbone.
Credo bastasse solo un colpo d’occhio per capire quale delle due avesse riscontrato un maggior numero di adesioni.
Un conto è esprimere pareri sul “tanto” o sul “poco”: termini che senza unità di misura godono di una relatività assoluta, un altro conto è l’evidenza dei fatti e per questo mi domando come si possa affermare con disinvoltura che la manifestazione di Rovigo è stata un successo, mentre quella di Adria “un flop”.
Per questa ragione, credo, che Valeria Cittadin farebbe bene a soffermarsi e riflettere, date le proporzioni, sull’insuccesso delle manifestazioni a cui lei con la sua organizzazione aderisce, invece di screditare il successo ottenuto dalla piazza Adriese.
Quanto alle offese al territorio: una sindacalista di lungo corso come la Cittadin dovrebbe sapere che la piazza va sentita, non insultata.
Su quanto la “Green economy” offra più opportunità occupazionali del carbone, il comitato si è già espresso a sufficienza: non esiste alcuno più sordo di chi non vuol sentire.
Mirko Bolzoni
Coordinatore provinciale di Sel
Etichette:
Cisl,
fermiamo il carbone,
manifestazione nazionale,
Mirko Bolzoni,
sinistra ecologia libertà,
Valeria Cittadin
Caro Bellotti le sue dichiarazioni sul carbone lasciano perplessi e preoccupano
Le dichiarazioni dell’on. Bellotti, apprese ieri sulla stampa, lasciano perplessi e preoccupano. In buona sostanza il Sottosegretario sembra sostenere che il carbone possa rappresentare la panacea per risolvere i tanti problemi occupazionali di questo territorio..
Al di là della posizione che ciascuno di noi possa avere sulla centrale di Polesine Camerini, mi sembra che una simile dichiarazione, in realtà, denunci l’assenza da parte del Sottosegretario di qualsivoglia idea di sviluppo per questo territorio. Sarebbe interessante sapere come si stia in realtà interessando l’on. Bellotti, dalla sua rilevante e strategica posizione di governo, delle decine di aziende oggi chiuse o che hanno aperto lo stato di crisi. Queste imprese, che sono insediate in Polesine da decine di anni, da tempo ormai chiedono l’interessamento delle istituzioni regionali e nazionali, senza riscontrare risultati interessanti.
Sarebbe interessante, inoltre, conoscere cosa pensa l’on. Bellotti circa alcuni studi di Confindustria, nemmeno tanto recenti, i quali affermano che gli investimenti nella “green economy” rendono molto di più in termini occupazionali (si parla di un rapporto di uno a dodici) di quanto lo possano fare altre forme di impresa. Un po’ di onestà intellettuale, ma questo non riguarda solo l’on Bellotti, farebbe dire che nessuno intende rinunciare all’investimento di Enel nel territorio polesano. Si considera molto più semplicemente pericoloso l’investimento sul carbone. Si discuta pure, a questo serve la politica, di altre idee e di altre opportunità.
Rovigo, 31 ottobre 2011
Mirko Bolzoni
Coordinatore Provinciale di SEL
Etichette:
Bellotti,
fermiamo il carbone,
manifestazione nazionale,
Mirko Bolzoni
Iscriviti a:
Post (Atom)